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2004/12/09

Terry Pratchett

Un pazzo scatenato. Non saprei come altro definirlo. Si vede che il tipo conosce molto bene la letteratura fantasy: non c'è stereotipo classico del genere che non appaia in qualche modo nella sua lunghissima serie di Diskworld. Ovviamente messo bene in ridicolo.
Intanto la descrizione del suo mondo: come ogni saga è importante che si definisca bene la geografia, la cosmogonia ecc. Il suo mondo è un disco piatto sostenuto sulla schiena di quattro giganteschi elefanti che a loro volta poggiano sul guscio di una testuggine grande quanto il mondo, che nuota nell'universo. Un sole piccolissimo ma vicinissimo orbita attorno al disco, con una traiettoria assolutamente demenziale che include passaggi attraverso le gambe dei quattro elefanti-cariatide. Alla richiesta dei suoi fans di pubblicare una mappa del suo mondo la risposta è stata perentoria: il «mondodisco» non ha una geografia fissa, e cambia in funzione delle cose che vi accadono.

Ho letto il primo della serie: The Colour of Magic (1983), in cui un mago incapace di fare magie, ma depositario di uno degli otto più potenti incantesimi del mondo -- e che vive di vita propria all'interno della sua mente -- si incontra con un ricco turista che accoglie con entusiasmo e curiosità le situazioni più disperate. Ovviamente fotografando tutto. Bella storia, che continua e in qualche modo si conclude nel secondo libro, The Light Fantastic (1986), e risate a non finire.

Per iniziare un'esplorazione del mondo «beyond Tolkien» va benissimo ed insegna una prima lezione: una dimensione del fantasy che un po' manca in Tolkien (beh, anche in molti altri autori) è l'umorismo e l'autoironia.

Da poco è uscito il 30mo volume della serie. Personaggi che si possono incontrare: la Morte affetta da crisi di identità, un baule aggressivo capace di seguire il suo proprietario proprio dappertutto, un assassino diplomato incapace di far male a una mosca...

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In principio era Tolkien

Avevo sedici anni, divoravo libri ed ero in partenza per le vacanze. Un amico più grande, sapendo che mi aspettavano alcune settimane abbastanza noiose mi rifilò un librone dicendo "Portati questo, così ti terrà occupato per un bel po'". Punto.
Nessuna spiegazione, nessun incoraggiamento. Certo, mi conosceva abbastanza per essere sicuro che lo avrei letto in ogni caso, ma almeno avrebbe potuto dirmi di che si trattava.
Come tanti altri, anch'io lessi Il Signore degli Anelli tutto d'un fiato. Poi lo rilessi. Poi tornai dalle vacanze, e scoprii che tutti i miei amici conoscevano il libro. Divenne una mania. Divenni insopportabile (per i pochi amici che non adoravano il libro). Iniziai a fare collezione di tutte le opere di Tolkien.
Quando avevo ormai smesso di contare le riletture del Signore degli Anelli e del Silmarillion (non so perché ma Lo Hobbit non mi ha mai ispirato una rilettura) mi imbattei in un articolo che parlava degli "emuli" di Tolkien e decisi di esaminare questo filone.
Ricordo che in quell'articolo si parlava di Terry Brooks, di David Eddings e di Dragonlance. Non ricordo altri.
Mi procurai un libro di Brooks: Le pietre magiche di Shannara. Fu una delusione così grossa che passarono alcuni anni prima che mi decidessi a riprendere il tema. Poi qualcuno mi regalò il primo volume della Saga di Belgariad e mi piacque abbastanza.
Nel frattempo sono diventato una "persona seria" e non mi dedico (dedicavo) più a queste cose. Ultimamente però tengo sempre un e-book di fantasy nel palmare e nei tempi proprio morti vado avanti un po' nella vecchia ricerca. Vorrei registrare qui le scoperte che lentamente vado facendo.
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