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testo dopo
Esiste solo Tolkien e una folla di spregevoli imitatori?
Nei primi anni 1970 Ursula K. Leguin si cimenta con il mondo fantasy inventando un personaggio straordinario: Sparrowhawk, il più grande mago mai esistito nelle terre di Earthsea.
Il primo episodio, A wizard of Earthsea, racconta della sua formazione e del suo primo, gravissimo, errore di gioventù, che inciderà profondamente sul suo carattere e sulla sua saggezza. Gli amanti di Harry Potter vi troveranno alcune curiose somiglianze nell'ambiente della scuola di magia, compresa la presenza di un Dumbledore (Silente) ante litteram.
Ma non pensate di leggere nulla del genere della Rowlings, qui si tratta di drammi psicologici molto intensi, con personaggi molto profondi. Anche i problemi che tratta sono profondi: si vede che l'autrice ama riflettere sul senso della vita e sulla morte, sulle nostre paure e su come vadano affrontate, sull'ambizione e l'umiltà.
La saga continua con The tombs of Atuan dove le forze oscure delle profondità si confrontano con la magia "buona" del mago che cerca la pace. Dopo l'entusiasmo suscitato dal primo, il secondo risulta un po' debole, ma stesso stile, analoga soddisfazione.
La trilogia si chiude con The farthest shore, una sfida alla morte.
In tempi recenti l'autrice ha ripreso in mano il mondo di Earthsea, scrivendo il sequel Tehanu. Si nota una mano più matura. Di nuovo personaggi affascinanti. La magia e il mondo fantasy appaiono come una presenza discreta, appena dietro l'angolo della vita quotidiana, sempre prossimi a manifestarsi, ma spesso tenuti da parte.
Peccato che abbia sottotitolato "L'ultimo libro della saga di Earthsea", perché poco dopo ne è apparso un quinto The other wind, francamente inferiore agli altri. Ma a questo punto uno è troppo innamorato dei personaggi per non continuare a leggere.
Grande scrittrice, grandi romanzi. Niente eccessi, niente battaglie, una magia usata solo quando serve e sempre con grande rispetto. Gli uomini sono grandi per il loro carattere, non per il potere che possono acquisire. Veramente bello.
Ho letto il primo della serie: The Colour of Magic (1983), in cui un mago incapace di fare magie, ma depositario di uno degli otto più potenti incantesimi del mondo -- e che vive di vita propria all'interno della sua mente -- si incontra con un ricco turista che accoglie con entusiasmo e curiosità le situazioni più disperate. Ovviamente fotografando tutto. Bella storia, che continua e in qualche modo si conclude nel secondo libro, The Light Fantastic (1986), e risate a non finire.
Per iniziare un'esplorazione del mondo «beyond Tolkien» va benissimo ed insegna una prima lezione: una dimensione del fantasy che un po' manca in Tolkien (beh, anche in molti altri autori) è l'umorismo e l'autoironia.
Da poco è uscito il 30mo volume della serie. Personaggi che si possono incontrare: la Morte affetta da crisi di identità, un baule aggressivo capace di seguire il suo proprietario proprio dappertutto, un assassino diplomato incapace di far male a una mosca...